Pubalgia nei calciatori e tempi di recupero: storia di Francesco

Breve racconto di come gestire e guarire dalla pubalgia.

 

Luca ha 26 anni e gioca a calcio in promozione, si allena 3 volte a settimana più la partita. Da qualche anno senti saltuari fastidi all’adduttore destro (il lato da cui calcia) che gestisce riducendo un po' l’attività. Tuttavia ad inizio stagione la preparazione atletica è stata molto intensa e Luca ha iniziato ad aver male. È andato avanti 6 mesi assumendo antidolorifici per giocare la partita ma lentamente è peggiorato e ormai non riesce più a correre senza sentire dolore, mentre i cambi di direzione sono impossibili. Ha dovuto smettere di allenarsi con la squadra e di giocare.

in figura: esercizi per la pubalgia.

 

Prima seduta (clicca qui per approfondire come funziona la prima seduta)

Luca si presenta in studio a 5 partite dalla fine del campionato. È triste perché teme di dover smettere o stare fermo un anno.

Lo tranquillizzo subito spiegandogli che si può guarire ma bisogna lavorare sodo.

Inizio la valutazione usando il dinamometro per misurare esattamente la forza dei suoi adduttori. I suoi muscoli arrivano a malapena ad 1 kg di spinta: praticamente non riesce a contrarli a causa della debolezza e del dolore. Eseguo tutti i test specifici (circa una decina) per il dolore inguinale e identifico le cause del problema, in questo caso la sinfisi pubica e il muscolo gracile. Pubalgia è infatti un termine generico per definire una serie di problemi simili ma è fondamentale trovare le cause specifiche, almeno dove è possibile.

Tratto manualmente la zona pelvica per ridurre il dolore e spiego quale sarà il percorso terapeutico:

-FASE 1 :l’obiettivo non sarà quello di guarirlo ma permettergli di giocare spezzoni di partita entro fine stagione. È impensabile risolvere un problema sorto da mesi e mesi entro la fine del campionato ma Luca vuole far vedere alla società che può guarire per essere confermato l’anno successivo in rosa. Lui farà allenamento differenziato e i miei esercizi specifici per poter riprendere il prima possibile un pò di forza necessaria ai gesti fondamentali del calcio.

-FASE 2: finita la stagione imposteremo un piano personalizzato per guarire e affrontare la preparazione di agosto al 100%.

 

Seconda-terza-quarta seduta (FASE 1)

Tratto manualmente Luca per tenere basso il dolore. Ogni volta monitoriamo gli esercizi, li cresciamo o li caliamo in base ai suoi feedback. Al campo partiamo dalla corsetta per arrivare ai cambi di direzione. Ogni settimana migliora gradualmente e capisce come muoversi senza irritare ancora le strutture infiammate. 

Luca riesce a giocare 10 min la penultima di campionato e 30 min l’ultima. Ovviamente sente fastidio ma considerando che quando è arrivato da me non correva più è un successo. La società decide di confermarlo anche per la stagione successiva!

 

Quinta seduta (inizio FASE 2)

Finita la stagione impostiamo un piano a lungo termine: lo vedrò ogni 3-4 settimane e ci sentiremo settimanalmente su WhatsApp per incrementare gli esercizi e il lavoro sul campo. Useremo il calcetto settimanale con gli amici come termometro per vedere i miglioramenti in un contesto il più simile possibile al calcio. Questa volta cercheremo di fare tutto con pochissimo dolore, non c’è fretta e l’obiettivo è guarire completamente.

Gli esercizi per la pubalgia sono vario tipo, da quelli più semplici a veri e propri "allenamenti". La scelta dell'esercizio è fondamentale, Luca è un'atleta e deve arrivare ad un livello di performance alto.

 

Sesta-settima-ottava seduta

Mese dopo mese luca è sempre più forte. Siamo ormai al 100%, i test della pubalgia sono negativi (vuol dire che non c'è più dolore) e la forza degli adduttori è oltre 15 kg (era partito da 1 kg)! Luca scatta, salta e calcia la palla senza problemi. La preparazione atletica non gli da fastidio e nel campionato parte subito titolare. Lo vedrò ogni 2 mesi per monitorarlo ed evitare recidive.