Prevenire gli infortuni del runner: analisi della corsa in slow motion su tapis roulant
l'uso del tapis roulant per studiare e correggere la biomeccanica della corsa.
La corsa, sia su asfalto che su sterrato, è sempre più praticata tra chi ama lo sport all'aria aperta. Tuttavia nessuno di noi runners (anche io sono un podista nel tempo libero) può vedersi mentre corre, capire come appoggia i piedi, come ruota le ginocchia o inclina il busto. Il cervello poi è bravissimo nel “nascondere” alla nostra percezione asimmetrie e differenze poiché è concentrato sul gestire il corpo nello spazio (se non lo fosse inciamperemmo in continuazione).
Da qui l’utilizzo del tapis roulant e della video camera in slow motion per poter studiare come il runner corre e vedere se ci sono cose da correggere/modificare.
Come funziona?
L’analisi della corsa non è mai fine a se stessa. Prima di salire sul tappeto chiedo sempre al podista la storia dei suoi infortuni (passati e presenti se vi sono). Viene fatta un’analisi posturale statica e spesso testo con il Dinamometro (uno strumento in grado di misurare esattamente la forza) testo i muscoli chiave delle gambe per vedere si ci sono scompensi.
Solo dopo questi passaggi si inizia a correre e a filmare: Si possono provare scarpe diverse per vedere come influiscono sulla biomeccanica della corsa, provare a correre scalzi, con o senza plantari, cambiare velocità e frequenza di passo, etc... Ogni passaggio viene filmato e poi mostrato al runner per renderlo consapevole di eventuali asimmetrie.
Successivamente si provano le correzioni: per qualche decina di secondi chiedo di correre modificando attivamente un parametro e verifico insieme alla persona le sensazioni: maggiore efficienza, scomparsa/diminuzione del dolore (qualora presente), sensazione positive o negative. Questa operazione è svolta più volte in base a ciò che emerge dall’analisi in slow motion.
Cosa resta al paziente?
Al paziente lascio tutti i video della corsa e un piano di retraing della corsa per risolvere il problema (ad esempio una tallonite, una tendinite, etc) o migliorare la performance se la persona non ha dolore. Caso per caso si valuta quando rivedersi per verificare che le correzioni siano efficaci e diventino automatiche.
Ma è difficile cambiare il modo di correre?
Assolutamente no. Se la correzione apportata crea dei miglioramenti il cervello è naturalmente portato ad assimilarla e renderla automatica. Basta concentrarsi sulla correzione 1 minuto al km per renderla permanente nel giro di qualche settimana. La parte difficile è capire qual è il parametro da cambiare: per questo uso l’analisi della corsa in slow motion!
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